Materie prime critiche scarse in Europa, De Rosa “Una nuova dipendenza”

Dopo questi mesi animati da profonde perplessità espresse in tutta Europa sul bando ai motori endotermici dal 2035, strategia europea inscritta nel percorso verso la transizione ecologica, è d’obbligo una riflessione ben sintetizzata in questi giorni dal Corriere della Sera: la transizione ecologica è transizione energetica, ma soprattutto deve essere transizione verso i «minerali critici». Si tratta di una lista di materie prime sempre più fondamentali di cui l’Europa scarseggia e che la «nuova globalizzazione fredda» rende meno accessibile. In sostanza la nuova equazione sulla quale dovremo lavorare è: meno CO2 ma più materiali critici.
Del resto sono chiari i dati emersi dal rapporto Enea sul tema («Il problema delle materie prime critiche per la transizione ecologica» che riunisce diverse fonti su questo intricato tema), secondo il quale le fonti rinnovabili richiedono più acciaio, alluminio e cemento per unità di capacità rispetto alle tecnologie di generazione basate sui combustibili fossili.
Domenico De Rosa, CEO di SMET, in queste ore ha sottolineato come i dati dei report dimostrino l’oscuro dirigismo del parlamento europeo travestito da finalità ecologiche:
“Sono chiaramente ideologie che rischiano di cancellare anni di storia tecnologica e milioni di posti di lavoro – spiega Domenico De Rosa – con la sola risultante pericolosa di rendere l’Europa subalterna alla Cina. Stiamo assistendo anche a progressive tattiche di avvicinamento dell’industria cinese al mercato europeo. Il quadro è sempre più chiaro: l’UE è anche dipendente dalle importazioni di risorse necessarie per la transizione verde, come dimostra la necessità di materie prime critiche. Un serio piano di transizione avrebbe messo in conto anche questo, prima di deliberare insensatamente”.

Leggi l’articolo sul Corriere della Sera:

https://bit.ly/corriereDELLAsera_transizione